Il Blu di Metilene è in realtà un colorante, serve per la colorazione chirurgica, ma ha trovato applicazioni come farmaco; ci sono applicazioni cliniche nella malaria, nella Metaemoglobinemia ed ha proprietà antiossidanti che hanno recentemente portato una nuova attenzione, è un farmaco che si conosce da un sacco di tempo.
Abbiamo visto che nell’invecchiamento di tutto l’organismo, la disfunzione mitocondriale, cioè il fatto che i mitocondri comincino a non produrre più l’energia necessaria per le cellule, è una cosa che colpisce molti tessuti diversi, tra cui il cervello e la pelle.
Questo porta ad un aumento del cosiddetto stress ossidativo e si traduce in condizioni specifiche legate all’età.
Pare che il Blu di Metilene possa ridurre, in una certa misura, lo stress ossidativo e si è visto che ci sono applicazioni per il trattamento di condizioni legate all’età, tra cui la degenerazione neurologica, la perdita di memoria, l’invecchiamento cutaneo ed anche una malattia che fa invecchiare più velocemente le persone, che si chiama Progeria.
Il Blu di Metilene è un farmaco ben consolidato, è stato originariamente creato come un colorante tessile nel 1876, ha un basso peso molecolare e questo consente di essere rapidamente distribuito nei tessuti.
Inoltre il Blu di Metilene può essere ridotto in leuco Blu di Metilene, viene chiamato e così può essere utilizzato come antiossidante.
Il Blu di Metilene non è solo un colorante, appunto, ma è un medicinale; è stato approvato dalla Food and Drug Administration negli Stati Uniti ed è stato ampiamente utilizzato nella colorazione chirurgica, nella malaria ed in altri tipi di malattie.
Abbiamo visto da tanto tempo che l’ invecchiamento cellulare dei tessuti è molto legato all’attacco dei radicali liberi; nelle cellule umane le specie reattive dell’ossigeno sono prodotte principalmente nei mitocondri, durante la loro attività di generazione dell’energia per le cellule.
Con l’invecchiamento si sono osservati dei cali della massa mitocondriale, quindi ce ne sono di meno nei mitocondri, sono più piccoli, cali della capacità respiratoria ed anche dell’efficienza respiratorio in diversi tessuti.
Chiaramente quando i mitocondri non funzionano, portano ad una diminuzione della produzione di ATP, che abbiamo visto essere la molecola che è un po’ la benzina delle cellule.
Non solo producono meno ATP, ma aumentano anche i ROS, cioè le specie reattive dell’ossigeno, che vanno ulteriormente a danneggiare i mitocondri; è stato spesso questa cosa raccontata un po’ come se si mitragliassero dall’interno.
Questo è un circolo vizioso che porta a gravi danni cellulari ed accelera il processo di invecchiamento.
Le proprietà antiossidanti del Blu di Metilene migliorano principalmente la funzione mitocondriale ed interrompono il ciclo di danno delle specie reattive dell’ossigeno e questo lo rende un interessante farmaco per l’antinvecchiamento.
Ricordiamo che i mitocondri, ne abbbiamo già parlato in altri video, sono una delle principali fonti di energia nelle cellule eucariote, cioè quelle che hanno il nucleo quelle che costituiscono anche noi e, all’interno dei mitocondri, c’è un meccanismo complesso di cui abbiamo parlato, al centro dei quali c’è una cosa chiamata “catena di trasporto degli elettroni” e questo serve a produrre l’ATP, l’ Adenosintrifosfato, che è praticamente la benzina, l’energia, il kilowattora delle cellule.
Abbiamo visto che la catena di trasporto degli elettroni è un meccanismo interno alla membrana del mitocondrio e trasporta gli elettroni dalle molecole che derivano dal Nad, un’altra importantissima sostanza declinando con l’età, fino all’ossigeno molecolare e così via.
Sono coinvolti anche l’Ubichinone, che è un’altra molecola di cui abbiamo parlato spesso e dal coenzima Q10, di cui abamo parlato anche in un altro video.
Il problema è che, in tutto questo processo, entra in mezzo l’acqua, entra l’ossigeno ed in condizioni normali di funzionamento dallo 0, 4 fino al 4 per cento dell’ossigeno coinvolto, viene solo parzialmente ridotto e, come sottoprodotto, otteniamo le specie reattive dell’ossigeno, che sono queste sostanze molto tossiche.
Ci sono addirittura 11 punti in cui le specie reattive dell’ossigeno vengono prodotte nella catena di trasporto elettronico, all’interno dei mitocondri, ma questo viene prodotto principalmente in un punto chiamato complesso 1 e la disfunzione mitocondriale può portare a danni ossidativi, che compromettono principalmente successivamente il complesso 4, come nel complesso 1 stesso.
Se in questo punto della catena di trasporto elettronico, il complesso 1 è compromesso, si ha una sovrapproduzione delle specie reattive dell’ossigeno, le famose ROS e questo può creare un aumento dello stress ossidativo ed indurre danni cellulari.
Il Blu di Metilene, che è un derivato della fenotiazina, può essere ridotto in leuco Blu di Metilene e nel suo stato ossidato la soluzione di Blu di Metilene è di colore appunto blu, mentre il leuco Blu di Metilene di solito è incolore.
Il Blu di Metilene è idrofilo e lipofilo, il che lo rende altamente permeabile attraverso, per esempio, la membrana cellulare; il Blu di Metilene è anche caricato positivamente, questo ulteriormente aiuta a farlo penetrare e siccome ha un potenziale riducente abbastanza buono e può ciclare facilmente tra la forma ossidata e ridotta all’interno dei mitocondri, perché ha un basso potenziale redox, si dice, ha delle caratteristiche che gli consentono di funzionare come una cosa chiamata ciclatore redox catalitico nei mitocondri.
Quindi cosa fa questo, praticamente, promuove l’attività positiva la produzione di ATP e riduce anche la produzione di specie reattive dell’ossigeno, spesso perché va a bypassare l’attività dei complessi 1 e 3 della catena di trasporto elettronico.
Come abbiamo detto il Blu di Metilene è stato ampiamente utilizzato nella colorazione chirurgica, nella malaria e nella Metaemoglobinemia ed è stato dimostrato nel 1928 che foto-inattiva i batteri ed ha anche potenti effetti antivirali.
Il Blu di Metilene può anche essere utilizzato come disinfettante antimicotico ed antiparassitario negli acquari e questo io, quando avevo un acquario un po’ di anni fa, l’ho spesso utilizzato.
Il Blu di Metilene, inoltre, è stato utilizzato anche in quella chiamata terapia fotodinamica fra diversi tipi di cancro, tra cui il cancro ai polmoni, quello al seno ed alla prostata.
Diversi studi hanno dimostrato che basse dosi dai 0, 5 ai 4 mg per kg di Blu di Metilene, sono efficaci per stimolare la respirazione mitocondriale in vivo e sono sicure negli animali e negli esseri umani.
Questo, quindi, ci conforta nel pensare che il Blu di Metilene sia un farmaco sicuro.
Abbiamo parlato dell’invecchiamento cerebrale: il metabolismo ossidativo è un’importante fonte di energia per l’attività cerebrale.
Durante l’invecchiamento cerebrale la disfunzione mitocondriale è stata associata a perdita di neuroni; è stata osservata anche in molte malattie cerebrali come il morbo di Alzheimer, il morbo di Parkinson e siccome il Blu di Metilene è altamente lipofilo è in grado di attraversare efficacemente quella che è chiamata la barriera ematoencefalica, ne abbiamo spesso parlato, è questa barriera che c’è nell’organismo, fra la circolazione del sangue del resto del corpo e quella del cervello, non tante sostanze riescono a superarla, il Blu di Metilene sì.
La concentrazione di Blu di Metilene ha risultata più elevata nel cervello che nel plasma, dopo una su amministrazione orale o un’iniezione endovenosa in esperimenti di laboratorio ed ha una forte affinità per i mitocondri.
Ha tutta una serie di proprietà dimostrate da diverse ricerche che lo rendono un promettente candidato farmacologico per il trattamento delle malattie cerebrali.
In particolare, quando parliamo dell’Alzheimer, ricordiamo si tratta di una malattia neurodegenerativa, che ha una parte importante nella demenza senile e si è dimostrato che è prodotta da un’aggregazione di amiloide-beta e di ammassi neurofibrillari e questi sono due tratti veramente distintivi del morbo di Alzheimer.
Si pensa sempre di più recentemente che la disfunzione dei mitocondri potrebbe essere l’anello mancante fra l’invecchiamento e il morbo di Alzheimer.
Nella fase iniziale della progressione dell’Alzheimer, è stato segnalato un elevato stress ossidativo derivato dai mitocondri e nel cervello dei pazienti con morbo di Alzheimer sono stati osservati anche mitocondri con dimensioni ridotte e movimento compromesso.
La disfunzione mitocondriale causa un metabolismo energetico ridotto, un’alterazione degli enzimi chiave della fosforilazione ossidativa, una disregolazione dell’omeostasi, cioè del funzionamento corretto, delle proporzioni corrette delle sostanze all’interno del cervello e soprattutto per quanto riguarda il calcio e si hanno anche livelli elevati di mutazioni sporadiche nel DNA.
E’ stato dimostrato che il Blu di Metilene previene l’aggregazione betamiloide e dissolve gli aggregati esistenti tramite un meccanismo chiamato clearance autofagica (abbiamo già parlato dell’autofagia in altri video) e vuol dire che le cellule semplicemente si mangiano da sole e rimuovono le parti compromesse, le parti danneggiate.
E’ stato anche dimostrato che l’attività di una particolare sostanza chiamata citocromo-ossidasi diminuisce nel morbo di Alzheimer, mentre il Blu di Metilene ne aumenta l’attività enzimatica, il che si traduce in un aumento della capacità metabolica ossidativa dei neuroni.
Nel 2008 un gruppo di ricerca ha presentato dati preliminari che mostravano che il Blu di Metilene, a basso dosaggio, preveniva il deterioramento cognitivo nei pazienti col morbo di Alzheimer.
E’ stato somministrato a pazienti con sintomi da lievi a moderati ed il risultato ha mostrato che c’era una riduzione nel tasso di declino cognitivo in 50 settimane.
Un’altra analisi è stata eseguita recentemente ed ha dimostrato che il tasso di atrofia cerebrale nei pazienti con Alzheimer lieve, è diminuito dopo un trattamento di 9 mesi.
Un’altra malattia neurodegenerativa associata all’invecchiamento poi è il Parkinson ed è una delle malattie del movimento più comuni ed è caratterizzata da un danno neuronale che si chiama dopaminergico.
Anche in questo caso la disfunzione mitocondriale è considerata la causa primaria di una cosa che si chiama apoptosi-dopaminergica e questo perché vi è un’induzione di stress ossidativo, ancora una volta.
In questo caso il Blu di Metilene, di nuovo, potrebbe essere un trattamento promettente per il Parkinson.
Si è visto che il Blu di Metilene è stato in grado di preservare i neuroni dopaminergici e di alleviare i difetti motori, oltre a disturbi cerebrali legati all’età, il Blu di Metilene è un promettente potenziatore della memoria.
Nei cervelli degli anziani si osserva tutta una serie di problemi e questo deterioramento dei mitocondri si accumula nel tempo, quindi, il miglioramento del funzionamento dei mitocondri può aiutare i neuroni a mantenere la loro salute e migliorarne le funzioni.
Si sono fatte delle ricerche con l’imaging funzionale del cervello umano, quindi un sistema che va a vedere quali parti del cervello si attivano prevalentemente riguardando l’aumento del consumo di sangue in piccoli punti, in piccoli volumi del cervello stesso ed è stato dimostrato che il Blu di Metilene potrebbe modulare le reti neurali correlate ai compiti cognitivi allo stato di riposo.
Un’altra applicazione del Blu di Metilene si ha nell’invecchiamento della pelle: la pelle è l’organo più grande ed anche complesso del corpo e la principale difesa contro gli attacchi dal mondo esterno.
Ci sono tre strati principali di pelle, c’è l’epidermide, il derma ed il sottocute; l’invecchiamento è più visibile appunto nella pelle, un processo inevitabile che purtroppo colpisce la pelle, è la cosa principale che si vede e cosa succede?
Si ha una perdita di elasticità, una sottigliezza, un appiattimento della giunzione dermo-epidermica, un atrofia della matrice extra-cellulare e le specie reattive dell’ossigeno.
Ci sono due tipi diversi di invecchiamento cutaneo, quello intrinseco e quello estrinseco: l’invecchiamento intrinseco si manifesta nei fattori fisiologici naturali, man mano che la proliferazione dello strato di cellule basali diminuisce, le cellule della pelle raggiungono la senescenza e l’espressione del collagene viene sottoregolata, se ne fa sempre di meno.
L’ invecchiamento cutaneo estrinseco accelera l’invecchiamento attraverso fattori ambientali, causando l’ispessimento dell’epidermide, la diminuzione della proliferazione delle cellule basali, la sottoregolazione del collagene ed un aumento dello stresso ossidativo.
Una grande frazione dell’invecchiamento estrinseco deriva dal danneggiamento dato dai raggi ultravioletti e lo stress ossidativo è coinvolto in entrambi i tipi di invecchiamento cutaneo, soprattutto quando la pelle è esposta a determinati fattori di rischio come le radiazioni ultraviolette, l’aumento del danno ossidativo diminuisce la sintesi del collagene ed aumenta la degradazione del collagene stesso, portando ad un invecchiamento accelerato.
Gli antiossidanti come il Blu di Metilene possono, quindi, proteggere la pelle e rallentare il processo di invecchiamento.
Uno studio recente ha dimostrato che il trattamento con il Blu di Metilene nei fibroblasti normali, potrebbe aumentare la durata della vita e la proliferazione cellulare, riducendo al contempo i marcatori dell’invecchiamento.
Sembra addirittura che abbia avuto un effetto superiore ai normali antiossidanti utilizzati nella cura della pelle, tra cui la vitamina C, il retinolo, cioè la vitamina A e e così via.
Inoltre il trattamento con IL Blu di Metilene ha migliorato lo spessore e l’idratazione della pelle, in un modello di tessuto cutaneo tridimensionale.
In uno studio recente si è dimostrato che il Blu di Metilene fornisce un assorbimento ad ampio spettro dei raggi ultravioletti e mitiga le rotture del doppio filamento del DNA causate da queste radiazioni, quindi questo sembra supportare l’idea che il Blu di Metilene possa funzionare come un protettivo ed essere benefico per la pelle umana.
Un’altra applicazione, durante l’invecchiamento, la proliferazione e la migrazione dei fibroblasti sono spesso diminuite ed il collagene e l’elastina sono degradati, pertanto la capacità di riparazione della pelle diminuisce a causa di variazioni strutturali e funzionali.
Uno studio ha indicato che il trattamento col Blu di Metilene potrebbe promuovere la migrazione e proliferazione dei fibroblasti e questo può migliorare il processo di guarigione delle ferite.
Inoltre il Blu di Metilene può facilitare la guarigione delle ferite riducendo il carico antimicrobico e diminuendo una cosa che si chiama ipergranulazione.
Oltretutto ha un effetto essiccante che non danneggia però le cellule sane.
Abbiamo parlato di questa malattia terribile che è la Progeria, è una malattia grave nella quale si invecchia troppo velocemente ed il Blu di Metilene ha mostrato un potenziale per il trattamento di questa sindrome.
Si tratta di un disturbo genetico e chiaramente si invecchia più velocemente perché c’è una mutazione all’interno del DNA specifico, addirittura è una mutazione di una singola base, da citosina a timina, in un punto che è chiamato isone 11 del gene LMNA.
Tutta la serie di reazioni in cascata che derivano da questa mutazione, possono essere efficacemente combattute dal trattamento con Blu di Metilene e si è visto che quello, quindi, ha un effetto molto significativo e molto promettente.
Ricorda che la medicina ufficiale è importante e vanno seguite le indicazioni dei medici abilitati.
Non diciamo che queste cose si vanno a sostituire ad una vita sana, a una dieta equilibrata e al fatto di andare a farsi controllare tutte le volte che serve e assumere tutti i medicinali che ci vengono prescritti.
Questi sono potenziamenti che ci fanno rimanere operativi, lucidi e in grado di goderci la vita.
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