I dolcificanti invece dello zucchero: vanno bene, non vanno bene?

I dolcificanti sono nati apposta per darci questo senso, questo gusto di dolce con poche o nessuna caloria, ma chiaramente non è che facciano dimagrire in sé per sé e fanno assumere meno calorie poi sul lungo termine, comunque, alla fine, un effetto dimagrante può anche esserci.

Di solito però succede che forniscono un alibi per mangiare di più e rendono ancora più dipendenti dai sapori dolci; c’è una specie di effetto di dipendenza, come fosse proprio una tossicodipendenza, come una droga dallo zucchero, dai sapori dolci, specie in occidente, specie in America ed il fatto che assumano di continuo sostanze dolcissime, produce il fatto che ne vuoi sempre di più è un meccanismo anche soprattutto mentale, molto noto.

Chiaramente questo può portare a produrre non solo troppo zucchero che fa malissimo e l’ AGE, Advanced Glycation End-product e così via, è magari bene compensare, come abbiamo visto, con la Carnosina nel video specifico ma, se vengono consumati in dosi eccessive, anche i dolcificanti possono danneggiare la salute.

Per esempio la più famosa è la Saccarina: la Saccarina fu scoperta per caso nel 1878 dal chimico Costantin Fahlberg, durante una cena ed in questo caso aveva trovato il pane estremamente dolce e, quindi, ha pensato che dipendesse da qualche composto chimico rimasto in tracce sulle sue dita, dopo una giornata di lavoro.

Andando a verificare su quali composti aveva lavorato trovò che una sostanza prodotta dall’ossidazione di una sulforamide, era dolce e la chiamò saccarina, dal latino “Saccharum” che vuol dire zucchero.

Questa scoperta avvenuta per caso è un classico esempio di “Serendipity”: è una parola inglese che indica cose che succedono con casualità felici, per specie di congiunzioni astrali, nello stesso momento.

Questa scoperta fu pubblicata nel 1879 e nel 1884 cominciò il processo di produzione industriale della saccarina; questo dolcificante poi divenne popolare con il razionamento dello zucchero imposto della prima guerra mondiale e rappresentò una grande opportunità per i diabetici.

Però negli anni 70 alcuni studi hanno collegato il consumo di grandi quantità di saccarina al cancro della vescica nei ratti di laboratorio.

Altre ricerche hanno concluso che quei dati pare che non valgano per le persone, comunque è rimasto questa specie di stigma; l’obiettivo della saccarina, come di tutti quanti i dolcificanti è di ridurre le calorie negli alimenti e nelle bevande, senza rinunciare a questo gusto dolce che ci piace molto.

I dolcificanti sono chiamati anche edulcoranti, sono sostanze che vanno a stimolare sulla lingua e nella bocca uno specifico recettore gustativo del sapore dolce .

Abbiamo visto come la saccarina, si sono sviluppati per la maggior parte alla fine del 1800, ma si sono molto diffusi negli anni 70-80 del 900.

Ovviamente prima non c’era quella disponibilità di cibo che poi c’è stata in questi ultimi anni e, quindi, prima c’era problema di trovarne abbastanza di cibo.

Degli anni 70/80 del secolo scorso invece la disponibilità è cresciuta esponenzialmente, i problemi legati prima alla sotto-nutrizione sono stati sostituiti da quelli causati dal sovrappeso ed obesità.

Ultimamente il gusto del dolcificanti è anche migliorato, ci sono nuove sostanze, miscele pensate per rendere più gradevoli ed appetibili i prodotti che vengono dolcificati.

Ma perché ci piace così tanto questo gusto dolce e siamo naturalmente programmati ” hardwars” si dice in America, abbiamo per istinto il fatto di preferire i sapori dolci ed evitare quelli amari.

Questo perché?

Perché quando eravamo cacciatori-raccoglitori, insomma essenzialmente gli stessi individui di 30-40.000 anni fa, il DNA più o meno è sempre quello, questo aiutava molto a distinguere i frutti buoni da quelli velenosi; purtroppo oggigiorno resistere a questo tipo di voglia di dolce diventa veramente complicato.

Le persone hanno questo pensiero che i dolcificanti siano più salutari dello zucchero normale che troviamo sul tavolo, che è chiamato saccarogio a livello chimico, perché anche si vede che se ne consuma una quantità ridotta e si mantiene il prodotto comunque dolce.

Quello che succede, in realtà, è che si rischia di consumare molti più di questi prodotti dolcificati in questo modo, spinti da un’idea, abbastanza sbagliata che siano più salutari.

In realtà il problema è che molti di questi prodotti contengono anche grassi saturi e sale e poi si continua questo tipo di effetto, diciamo, di droga del dolce.

Una strategia sicuramente più sana sarebbe di limitare il consumo di zucchero e alimenti dolci ed ogni tanto mangiare solo un dolce, quello tradizionale, in questo modo si abitua il palato a sapori magari meno dolci, più naturali e si riduce l’assunzione.

Questo poi è un “pistolotto educativo” che, sapete benissimo, qual è il nostro stile di comunicazione: che non si deve fumare, non si deve bere, non si deve fare sesso promisquo e non si devono mangiare troppi dolci: lo sappiamo tutti e lo diciamo, però non andiamo qua a fare la predica alle persone.

Sappiate però che se si cominciano a mangiare meno dolci, in poche settimane ci si adatta e poi ci sembra normale fare così.

Gli edulcoranti, questi dolcificanti, non sono tutti uguali e sono classificati come intensi oppure ad effetto di massa: i primi forniscono un gusto dolce, intenso con minime quantità e con pochissime calorie o, addirittura nessuna e possono essere sia di sintesi, come la Saccarina, l’ Acesulfame K, sia naturali come la Stevia.

Gli altri invece sono chiamati ad effetto di massa, perché danno consistenza al prodotto in cui sono usati, per esempio, magari il gelato è il caso dei polioli.

Alcuni di questi sono presenti nella frutta ed in altri alimenti di origine vegetale, altri sono di sintesi, hanno un potere dolcificante simile a quello dello zucchero ma meno calorie ed un consumo eccessivo può avere effetti lassativi: ma sono sicuri?

Secondo un nuovo studio francese dell’Università Sorbona di Parigi, consumare dolcificanti sintetici può aumentare il rischio di alcuni tipi di cancro, in particolare quelli associati all’obesità ed il tumore del seno.

Lo studio ha riguardato oltre 100.000 persone in Francia, nel periodo 2009-2021, il 79 per cento erano donne e quasi il 40 per cento usava dolcificanti, chi ne assumeva di più aveva probabilità di ammalarsi di cancro maggiori del 13 per cento rispetto a chi non ne faceva uso.

Si tratta però di uno studio di osservazione, non ci sono prove dirette che i dolcificanti artificiali provochino il cancro, non è tuttavia la prima volta queste sostanze si trovano accusate di qualcosa e normalmente è lo sviluppo dei tumori.

E’ il caso, ad esempio, del ciclamato e dell’aspartane: negli anni 70 fu messa in discussione anche la Saccarina; l’autorità europea per la sicurezza alimentare, così come tutti gli altri enti regolatori del mondo, sottopone di solito ad una valutazione piuttosto rigorosa i dolcificanti, prima che siano venduti in alimenti e bevande e continuano ad aggiornare i dati ed effettuare revisioni sulla base di studi di ricerche periodiche.

Per questo l’istituto stabilisce anche il valori di tosa giornaliera ammissibile per i dolcificanti intensivi, tra cui la stevia e la quantità che ogni individuo può consumare giornalmente, nell’arco di tutta la vita, senza rischi apprezzabili per la salute.

Questa dose è espressa in genere in milligrammi di sostanza per kilo di peso corporeo al giorno ed è importante non superarla.

Vi fu un caso dell’aspartame nel 2007, perché uno studio su animali condotto nel laboratorio di ricerca oncologica dell’Istituto Ramazzini di Bologna, concluse che l’aspartame provoca aumenti-dose correlati, quindi che dipendono da quanto ne prendi, di tumori maligni in più organi diversi nei ratti, nei topi ed anche in quantità vicine a quella giornaliera ammissibile.

Questo studio fu molto criticato però, soprattutto dall’industria dei dolcificati, per la modalità con cui è stato condotto, ma ha comunque creato molto scompigno nel mondo scientifico.

Queste ricerche hanno portato l’EFSA a rivalutare la sicurezza dell’aspartame ed a concludere nel dicembre 2013 che, sia il docificante, sia i prodotti che ne derivano quando è elaborato dall’organismo, sono innoqui per la popolazione generale, compresi neonati, bambini e donne in gravidanza, purché si rispetti il dosaggio massimo di 40 mg per kg di peso corporeo al giorno, quindi un adulto di 65 kg ne potrebbe assumere fino a 2, 6 g al giorno, che è lo stesso potere dolcificante di 520 g di zucchero.

Quindi oltrepassare questo limite è piuttosto difficile ed un recente studio sul consumo di dolcificanti intensivi nella popolazione italiana ha concluso che l’esposizione stimata tra i consumatori assidui dei prodotti dolcificati, fosse ben al di sotto delle dosi massime ammissibili.

Tuttavia studi successivi a quelli dell’istituto Ramazzini ne hanno confermato i risultati, quindi sull’aspartame ci sono ancora dei problemi.

Altre ricerche sono giunte a conclusioni diverse, bisogna vedere cosa succederà.

Altri studi hanno correlato il consumo di dolcificante, sia quelli intensivi compresi la Stevia, sia quelli ad effetto massa come i polioli, con l’alterazione del microbiota intestinale, (l’abbiamo visto in altri video), l’insieme delle colonie di microrganismi che popolano l’intestino.

Gli studi preliminari sembrano indicare che alcune di queste sostanze sono in grado di alterare l’equilibrio del microbiota, portando una crescita eccessiva di batteri cattivi a discapito di quelli buoni: questo si chiama disbiosi e può essere rilevato con esami specifici che andremo anche a proporre.

Ricordiamo che questa disbiosi intestinale può avere un ruolo nella genesi di patologie infiammatorie dell’intestino, della tolleranza al glucosio che cambia, c’è il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 ed altre malattie croniche.

Molti dicono “Beh, uso la Stevia che è un dolcificante naturale”: la Stevia è estratta dalle foglie di Stevia rebaudiana e si producono questi dolcificanti di tipo intensivi e sono da consumare in piccole quantità, la dose giornaliera da non superare è di 4 mg per kg di peso corporeo.

Ricorda che la medicina ufficiale è importante e vanno seguite le indicazioni dei medici abilitati.

Non diciamo che queste cose si vanno a sostituire ad una vita sana, ad una dieta equilibrata e al fatto di andare a farsi controllare tutte le volte che serve e assumere tutti i medicinali che ci vengono prescritti.

Questi sono potenziamenti che ci fanno rimanere operativi, lucidi e in grado di goderci la vita.

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