Il Caso del Colesterolo

Abbiamo fatto un video recentemente che era intitolato: “Integratori per la riduzione del colesterolo” e, come talvolta capita, alcune persone non hanno seguito esattamente il significato del titolo, ma sono andati avanti a fare altre considerazioni.

Ovviamente noi abbiamo soltanto detto che, nel caso si voglia abbassare il colesterolo, ci sono degli integratori, come per esempio il riso rosso fermentato e tanti altri, che possono essere di aiuto e non volevamo dire che il colesterolo sia l’unico indicatore di problemi potenziali cardiovascolari che esista, non volevamo dire che non ci sono sostanze diverse che ultimamente stanno diventando interessanti per la misurazione del rischio cardiovascolare.

Visto, però, che molte persone hanno cominciato a dire: “Ma il colesterolo non si usa più, è una cosa vecchia, cosa dite, parlate tanto di tecnologia futuribile e poi anche voi andate avanti su questo fronte!”, è il caso di fare un video, a questo punto, sul caso del colesterolo.

Ultimamente sempre di più, anche nei congressi antiage soprattutto, nei congressi della medicina per l’antiinvecchiamento, si dice che esistano altri indicatori che vanno tenuti sotto controllo e, tuttavia, il colesterolo rimane comunque un fattore importante nella valutazione della salute cardiovascolare.

Ovviamente, però, non è più l’unico o il definitivo marcatore che era considerato in passato.

La comunità medica si è evoluta per guardare un quadro più ampio, incorporando parametri più sfumati e moderni, che forniscono una visione più chiara del rischio di malattie cardiache.

Abbiamo detto che le malattie cardiovascolari, quelle del cuore, il sistema del sangue, la circolazione, sono la principale causa di morte in occidente, quindi tenere sotto controllo i rischi cardiovascolari è veramente importante.

Tradizionalmente il colesterolo totale, quello chiamato Ldl o colesterolo cattivo, l’Hdl o colesterolo buono ed i trigliceridi sono stati i parametri chiave; alti livelli di Ldl, in particolare, sono stati collegati all’accumulo di placche nelle arterie, aumentando il rischio di infarto ed ictus.

Tuttavia le ricerche condotte negli ultimi decenni hanno dimostrato che questi numeri non raccontano proprio l’intera storia, ad esempio alcune persone con livelli di colesterolo normali sviluppano comunque malattie cardiovascolari, mentre altre con colesterolo alto non lo fanno.

Questo ha spinto la scienza verso indicatori sempre più raffinati; un parametro moderno è l’ Apolipoproteina B, o Apo-B, che misura il numero di particelle aterogene, che causano quindi le placche nel sangue.

Il colesterolo Ldl stima la quantità di colesterolo trasportato da queste particelle, ma l’Apo-B le conta direttamente, ottenendo un indicatore più preciso del rischio.

Studi, come quelli dell’American Heart Association, suggeriscono che l’Apo-B è un miglior predittore di eventi cardiovascolari rispetto al solo Ldl, soprattutto nelle persone con condizioni metaboliche come il diabete o l’obesità.

Un altro parametro fondamentale è il colesterolo non-Hdl, che comprende tutto il colesterolo contenuto nelle lipoproteine potenzialmente dannose, Ldl, Vldl e così via; è più semplice da calcolare rispetto all’Apo-B e, in alcune popolazioni, ha dimostrato una correlazione più forte con il rischio rispetto al colesterolo Ldl.

Anche il rapporto tra colesterolo totale e Hdl si sta affermando come indicatore pratico e rapido del rischio lipidico.

Oltre ai lipidi, i marcatori dell’infiammazione come la proteina C reattiva, PCR in breve, misurata con un test ad alta sensibilità che si chiama HSCRP, sono ormai ampiamente riconosciuti.

L’infiammazione cronica, abbiamo visto, svolge un ruolo importante non solo nell’invecchiamento generale, ma soprattutto nell’aterosclerosi e livelli elevati di hscrp possono segnalare problemi anche quando il colesterolo sembra a posto.

Allo stesso modo la lipoproteina A, o Lp(a) una particella geneticamente determinata, sta emergendo sempre più come un fattore di rischio critico che non cambia molto con la dieta o le statine, diventando un obiettivo per nuove terapie.

C’è poi un conteggio molto importante che è il punteggio del calcio arterioso, CAC, che è derivato da una TAC che misura l’effettivo accumulo di placca nelle arterie coronarie.

Un punteggio pari a zero suggerisce un basso rischio immediato, indipendentemente dai livelli di colesterolo, mentre un punteggio elevato può segnalare un pericolo, anche se i lipidi sembrano normali.

Non è un esame di routine per tutti, a causa dei costi e dell’esposizione alle radiazioni, è meglio fare meno TAC possibili, ma è uno strumento potente per chi è a rischio intermedio.

Anche lo stile di vita ed i fattori metabolici sono oggi al centro dell’attenzione; si pensi all’insulinoresistenza, alla pressione arteriosa, all’indice di massa corporea ed alla circonferenza vita.

Questi fattori sono legati a condizioni come la sindrome metabolica, di cui abbiamo già parlato; la sindrome metabolica può amplificare il rischio cardiovascolare, al di là di quanto previsto dal solo colesterolo, quindi il colesterolo è ancora importante.

Ldl, Hdl non sono obsoleti, ma fanno parte di un puzzle, di un affresco più grande e sofisticato.

Se sei curioso di conoscere il tuo rischio specifico, il medico potrebbe combinare i pannelli lipidici con alcuni di questi nuovi marcatori a seconda del proprio profilo.

Vi poi una cosa importante che è l’Apolipoproteina-B o Apo-B: è una proteina che nell’uomo è codificata da un gene che si chiama appunto Apo-B; la sua misurazione è comunemente utilizzata per rilevare il rischio di malattie cardiovascolari aterosclerotiche.

L’Apolipoproteina-B è l’Apolipoproteina primaria dei chilomicroni e tutta la serie di particelle che sono comunemente note come colesterolo cattivo, quello Ldl quando ci si riferisce sia alle malattie cardiache che alle malattie vascolari ed è responsabile del trasporto di molecole di grasso, i famosi lipidi, incluso il colesterolo in tutto il corpo verso tutte le cellule all’interno di tutti i tessuti.

Mentre tutti i ruoli funzionali dell’Apo-B, all’interno delle particelle Ldl rimangono in qualche modo poco chiari, sappiamo che la proteina organizzativa primaria è l’intera serie complessa di sistemi che racchiudono e trasportano le molecole di grasso all’interno del nostro corpo ed è assolutamente necessaria per la formazione di queste particelle specifiche del grasso.

Ciò che è anche stato dimostrato è che l’Apo-B sulla particella Ldl agisce come un ligando per i recettori Ldl in varie cellule di tutto il corpo, quindi cosa vuol dire?

Vuol dire che l’Apo-B indica che le particelle che trasportano i grassi sono pronte ad entrare in qualsiasi cellula che abbia recettori Apo-B ed a trasportare i grassi all’interno delle cellule stesse.

Questi meccanismi sono parzialmente compresi, però; alti livelli di Apo-B, specialmente associati a concentrazioni più elevate di particelle Ldl, sono il principale motore delle placche che causano malattie vascolari come l’aterosclerosi, appunto.

Queste placche diventano malattie poi specifiche, che diventano malattie del cuore, ictus ed altre complicazioni, dopo decenni di continua, lenta progressione di questo tipo di meccanismo.

Ci sono prove molto importanti che le concentrazioni di Apo-B, specialmente rilevate con un test che si chiama NMR, che è specifico per le concentrazioni di particelle Ldl, sono indicatori superiori della fisiologia che guida le malattie vascolari e cardiache, rispetto al colesterolo totale o al colesterolo Ldl.

Tuttavia, principalmente per ragioni storiche, soprattutto di costo, di complessità, il colesterolo totale, il colesterolo Ldl, stimato anche tramite calcolo rimangono un test lipidico più comunemente promosso per i fattori di rischio dell’ aterosclerosi.

Il problema è che ci sono una serie di misuratori specifici per le particelle Apo-B; tuttavia ci vogliono dei metodi ancora più raffinati ed automatizzati, alcuni di questi si chiamano NMR e questi consentono di effettuare distinzioni di misurazione tra le numerose diverse particelle di Apo-B.

I livelli elevati di Apo-B sono correlati alle malattie cardiache; le mutazioni del gene Apo-B possono anche causare ipercolesterolemia familiare, una forma ereditaria di ipercolesterolemia ed un disturbo metabolico.

Questa proteina si trova nel plasma in due forme principali che si chiamano Isoforme: l’Apo-B 48 e l’Apo-B100; la prima è sintetizzata esclusivamente dall’intestino tenue e la seconda dal fegato.

La carenza di Apo-B, si è vista in diverse ricerche, rende più suscettibili ad infezioni batteriche di vario tipo, per esempio stafilococcus aureus.

Perché parliamo di questo: perché, per esempio, nella versione Apo-B100, che è specifica del fegato, ci sono tante varianti di questa proteina che sono legate poi alle specifiche altre proteine sulle quali vanno a legarsi e fare delle cose.

Quindi è possibile fare degli esami che vanno a contare i vari tipi e si ottiene un po’ uno spettro della situazione, come quando si parla del microbiota intestinale, si vede la distribuzione delle quantità dei vari tipi e questo ci permette di fare delle diagnosi estremamente precise.

Alla fine, comunque, si vede che i livelli di Apo-B100 sono associati alle malattie coronariche e sono un predittore molto migliore di quanto non lo siano le concentrazioni di colesterolo Ldl: questo perché?

Perché il colesterolo non può dissolversi ed andare in giro, per esempio in acqua, ma tutto il nostro corpo è certamente un bagno d’acqua, senza che ci siano particelle che lo trasportino e quindi è chiaro capire che il numero di particelle lipoproteiche che hanno Apo-B100 e, quindi, che possono trasportare lipidi nelle pareti arteriose è un fattore determinante che è un motore dell’aterosclerosi delle malattie cardiache.

Il risultato di questa cosa è chiamato: Shunt delle particelle Ldl verso questi recettori Scavenger.

I recettori Scavenger si trovano tipicalmente sui macrofagi, che abbiamo visto sono le cellule importanti del sistema immunitario e, con i macrofagi carichi di colesterolo, meglio noti come cellule schiumose, si caratterizzano poi delle lesioni aterosclerotiche.

Oltre a questo possibile meccanismo di generazione di cellule schiumose, un aumento dei livelli di particelle Ldl chimicamente modificate, potrebbe anche portare ad un aumento del danno endoteliare, cioè della superficie interna delle venee delle arterie.

Questo si verifica a causa dell’effetto tossico delle Ldl modificate sull’endotelio vascolare e sulla loro capacità di reclutare cellule effettrici immunitarie e di promuovere quindi un’attivazione piastrinica (cioè, praticamente, come se ci fosse un danno, una lesione, le piastrine intervengono essenzialmente per fare la crosta quando ci si taglia).

Uno studio che si chiama Inter-hart, ha scoperto che il rapporto Apo-B100 su Apo-A1 è più efficace nel predire il rischio di infarto nei pazienti che hanno avuto un infarto miocardico acuto, rispetto alla sola misura dell’Apo-B100 ed Apo-A1, quindi il rapporto più importante ai due valori.

Come si fa allora a ridurre, per esempio, l’Apolipoproteina B?

Come per molte altre cose la risposta è molto semplice: è raccomandata una dieta mediterranea, quindi questi è uno dei motivi per cui chi mangia con la dieta mediterranea, mediamente vive di più e sta meglio e quindi, invece di mangiare patatine fritte, hamburger e coca-cola, mangiare carne, pesce, magari della carne che sia “grass-fed” cioè allevata con l’erba e poi verdura e frutta e poca poca pasta e pane e, soprattutto, l’olio extravergine d’oliva sono la cosa migliore.

Ci sono delle piante medicinali, ci sono anche gli integratori che possono essere utilizzati come medicina complementare per ridurre i livelli plasmatici di Apo-B in modo sicuro, accessibile e poco costoso.

Chiaramente ci sono le statine, che sono quelle che vengono normalmente date a livello di medicamenti, però, per ridurre i livelli di Apo-B ci sono gli integratori come gli acidi grassi Omega-3, la niacina ed integratori di fibre, sono utili se vengono associati ovviamente ad uno stile di vita comunque sano.

Nel caso invece della Lipoproteina A che, abbiamo già visto, è un tipo di lipido grasso del corpo, che contiene ed è simile nella struttura al colesterolo delle lipoproteine a bassa densità Ldl.

Esattamente come il colesterolo Ldl, la Lipoproteina A deposita colesterolo nelle arterie e può presentarsi come placca alla fine; si trova anche nelle cellule che rivestono i piccoli vasi sanguigni e nei tessuti in cui si verificano rigenerazione e guarigione.

Ancora oggi, però, questi meccanismi non si sa se siano un errore dell’evoluzione oppure una funzione fisiologica e la composizione di questa Lipoproteina, che include anche altre lipoproteine, l’ha resa anche un obiettivo primario della ricerca.

L’Lpa è più complessa dell’Ldl, ha tutte le caratteristiche negative del colesterolo cattivo ma anche alcune caratteristiche dannose in più che non comprendiamo ancora appieno.

Ad esempio la Lipoproteina A agisce come una molecola che supporta la coagulazione e questo, tra le altre caratteristiche, sembra renderla persino peggiore dell’Ldl come marcatore di rischio per le malattie cardiovascolari.

I livelli elevati di Lipoproteina A, non solo indicano una maggiore possibilità di infarto, ictus ed altre condizioni, ma addirittura sono legati a ritmi cardiaci irregolari, valvulopatia cardiaca e circolazione limitata nelle parti inferiori del corpo.

Si stima che circa il 20-30 % della popolazione mondiale abbia livelli elevati di Lipoproteina A e generalmente si ritiene che questi partano da un valore compreso fra 30 e 50 mg per decilitro.

Sta diventando, la Lipoproteina A, il principale fattore di rischio ereditario per le malattie cardiovascolari, è più ereditario di ipertensione, diabete e obesità.

Tuttavia, bisogna stare attenti, anche se il livello è elevato non significa che si verificherà un evento negativo, semplicemente si è esposti ad un rischio maggiore.

Ci sono tutta una serie di screening, cioè di test ad ampio raggio, che sono stati fatti per identificare quel 20-30 % di popolazione che ha una maggiore probabilità di avere dei problemi.

Negli Stati Uniti il test sulla Lipoproteina A è raccomandato per le persone di età inferiore a 65 anni che hanno avuto un infarto, per coloro che hanno una storia familiare di cardiopatia prematura e per coloro che hanno livelli elevati di colesterolo Ldl e che non hanno risposto alle statine.

Siccome questi livelli elevati sono in gran parte dovuti a rischi genetici e non cambiano molto in risposta a rischi modificabili come l’esercizio fisico, ad esempio, questo tipo di test può essere fatto una volta nella vita ed è sufficiente per la maggior parte delle persone.

Ci sono poi studi clinici che stanno provando delle terapie per abbassare il livello della Lipoproteina A; attualmente se una persona ha livelli elevati di questa sostanza, si può creare un piano per adottare misure volte a supportare uno stile di vita sano per il cuore e ridurre al minimo i rischi e questi rischi, tipicamente, sono l’ipertensione, cioè la pressione alta o il colesterolo alto.

Alcuni pazienti potrebbero anche prendere in considerazione l’assunzione di trattamenti per abbassare il colesterolo Ldl, come appunto le statine o inibitori della PCSK9.

Si è dimostrato che in alcuni casi gli inibitori della PCSK9 abbassino i livelli di Lipoproteina A di circa il 20-30 %.

C’è poi una possibilità, ma solo per persone che hanno rischi più elevati, ed è l’aferesi delle lipoproteine: questa rimuove l’eccesso di Lipoproteina A e di colesterolo Ldl del corpo.

Si sta studiando l’effetto che l’aspirina può avere nel ridurre l’infiammazione per le persone con livelli elevati di Lipoproteina a ed altre ricerche, condotte tramite un ampio studio di fase 3, stanno testando se un farmaco può abbassarla.

I livelli che sono pericolosi di Lipoproteina A non si conoscono ancora molto bene: si va dai 20-30 mg al decilitro, a 50, 70, 80, c’è uno studio in corso, bisogna definire quali sono i parametri ancora.

A volte apportare delle modifiche allo stile di vita non è sufficiente per ridurre il colesterolo; si possono assumere gli integratori, di cui abbiamo parlato nell’altro video e poi si possono, nei casi più estremi, prendere dei farmaci sempre e chiaramente se ce lo dice il medico.

I farmaci a base di statine sono farmaci da prescrizione che abbassano appunto il colesterolo e prevengono le malattie cardiovascolari.

La prima linea di terapie, comunque, sono i cambiamenti dello stile di vita, dopodiché, se questo non è sufficiente, non si riesce proprio a mangiare in modo sano, si può passare alle statine.

Le statine, si sa che riducono il rischio di ictus, infarto ed anche morte per malattie cardiovascolari del 25 % e perfino di più.

Per chi ha avuto già un evento cardiovascolare, le statine deve prenderle quasi per necessità; sono un trattamento a lungo termine per ridurre le possibilità che si verifichino di nuovo.

Molte persone hanno dubbi sull’assunzione di questa classe di farmaci, in generale sembra ci sia stata un’esagerazione dei pericoli delle statine, si sono seguite persone che le hanno assunte per decenni e si è scoperto che sono abbastanza sicure e la maggior parte delle persone le tollera bene senza problemi.

Ci sono diversi miti riguardanti le statine: un mito, per esempio, è che assumere farmaci di statine porti al diabete all’improvviso.

Negli studi clinici le statine sembrano accelerare la diagnosi del diabete dell’adulto, perché causano un leggero aumento della glicemia; la verità è che le persone che sperimentano questo effetto collaterale hanno già una glicemia più alta del normale o sono già in prediabete.

Per coloro che si chiamano diabetici borderline, sono li lì per sviluppare la malattia conclamata, il lieve aumento della glicemia può portare ad una diagnosi di diabete anche 5 settimane prima di quando non sarebbe altrimenti.

Le ricerche specifiche indicano che i farmaci a base di statine non inducono il diabete in qualcuno che non è già prossimo alla diagnosi di diabete e poi bisogna tener conto del fatto che i benefici della riduzione degli eventi cardiaci in qualcuno che ha il prediabete o è proprio diabetico superano di gran lunga il lieve aumento che potrebbe verificarsi nel livello di zucchero nel sangue.

Vi è poi è un altro mito che le statine causano spesso perdita di memoria e questo perché è un mito?

Perché nel 2012 la Food and Drug Administration ha modificato le etichette dei farmaci a base di statine, per includere l’informazione che alcune persone avevano sperimentato perdita di memoria e confusione durante l’assunzione del farmaco.

La verità è che questi cambiamenti si basavano su alcuni studi e prove che non avevano proprio una qualità elevatissima.

è vero che i livelli di colesterolo più bassi possono influenzare la funzionalità del cervello, ma in realtà il cervello produce il proprio colesterolo, non dipende da quello che si trova nel sangue.

Alcuni della John Hopkins University, hanno studiato specificamente il problema dell’impatto delle statine sulla disfunzione cognitiva, sulla demenza; si sono esaminati tutti gli studi che erano stati condotti e si è scoperto che gli studi più rigorosi dimostrano che le statine non causano comunemente perdita di memoria.

Se non altro, l’uso a lungo termine di statine potrebbe avere un effetto benefico sul cervello, perché aiutano a prevenire gli ictus ed a proteggere la salute delle arterie nel cervello stesso.

C’è poi il mito che si possa sviluppare la cataratta: alcuni studi hanno indicato che potrebbe esserci una relazione tra farmaci a base di statine ed un rischio aumentato di sviluppare la cataratta; queste ricerche, però, sono state condotte su animali o in studi non troppo rigorosi.

Le migliori prove che abbiamo provengono da studi clinici di alta qualità sugli esseri umani, che hanno dimostrato che i farmaci a base di statine non aumentano il rischio di formazione di cataratta.

Alcuni studi hanno persino eseguito esami della vista su persone nel tempo e non hanno mostrato alcuna differenza nella salute degli occhi tra coloro che assumevano e coloro che non assumevano statine.

La cosa importante sapere è che le linee guida mediche non vengono scritte basandosi su un solo studio che sta facendo molto rumore, ma esaminando molti studi per vedere tutte le informazioni.

Ci sono tanti studi sulle statine perché sono in circolazione da così tanto tempo e sono utilizzate da un gran numero di persone.

Alcuni studi però non sono scientificamente rigorosi come altri, la cosa importante è esaminare le prove più solide e parlare con il proprio medico di eventuali preoccupazioni.

Ricorda che la medicina ufficiale è importante e vanno seguite le indicazioni dei medici abilitati.

Non diciamo che queste cose si vanno a sostituire ad una vita sana, ad una dieta equilibrata e al fatto di andare a farsi controllare tutte le volte che serve e assumere tutti i medicinali che ci vengono prescritti.

Questi sono potenziamenti che ci fanno rimanere operativi, lucidi e in grado di goderci la vita.

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