Parliamo di funghi: il Reishi

Il Reishi, come nome scientifico ha Ganoderma Lucidum, è noto anche come Lingzhi in Cina e Ganoderma Lingzhi in Giappone.

E’ un fungo medicinale che ha catturato l’attenzione della comunità scientifica e della medicina tradizionale per le sue molteplici proprietà terapeutiche.

Con questo video cominciamo a parlare di funghi: i funghi sono una cosa importante nel mondo tradizionale, dalla medicina cinese sono usati da millenni, hanno proprietà molto particolari e si comincia anche in occidente ad assumerli sempre di più.

Abbiamo già parlato di funghi, abbiamo parlato del Cordyceps Sinensis, il fungo che rende zombie gli insetti; negli eventi a cui partecipiamo vendiamo sempre di più che si parla di funghi, che vengono proposti, ci sono aziende che li propongono e quindi diventa interessante esplorare questo mondo particolare di queste sostanze.

Non parliamo di funghetti strani, che fanno effetti particolari, ma parliamo sempre un’ottica antiage, di funghi che fanno bene, che hanno degli effetti particolari sulla salute.

Il Cordyceps, ricordiamo, è molto importante per quanto riguarda l’energia vitale; oggi parliamo invece di una cosa diversa, parliamo di un altro fungo, questo Reishi.

Il Reishi è un fungo millenario, è un fungo parassitario e saprofitico, cresce prevalentemente sul legno in decomposizione come quello di quercia e castagno ed è stato utilizzato per oltre 3000 anni nella medicina tradizionale asiatica, in particolare in Cina, Giappone e Corea.

E’ usato come simbolo di longevità e salute, ha un aspetto caratteristico, ha un cappello lucido di colore rosso scuro ed ha un gusto amaro che è dovuto all’alto contenuto di tannini, quindi è poco appetibile per l’uso in cucina, ma è molto apprezzato come ingrediente in tisane, polveri o integratori.

Negli ultimi 20 anni il Reishi è stato oggetto di oltre 1300 pubblicazioni su PubMed e queste hanno evidenziato il crescente interesse scientifico per le sue proprietà farmacologiche.

Il Reishi è considerato un alimento adattogeno, capace di supportare l’organismo in condizioni di stress fisico e mentale grazie ad una ricca composizione chimica che include polisaccaridi, tritarpenoidi, peptidoglicani, proteine, acidi grassi, glicoproteine, nucleotidi ed un sacco di altre cose importanti fra cui, anche le vitamine, particolarmente quelle del gruppo B.

Contiene anche minerali come il ferro, lo zinco, il rame, il manganese, il magnesio, il potassio, il calcio, addirittura il germanio.

Tutte queste cose conferiscono al Reishi proprietà antiallergiche, antinfiammatorie, antiossidanti, immunomodulanti e disintossicanti epatiche ed ha applicazioni in diverse patologie tra cui l’asma, il diabete e, soprattutto, l’invecchiamento precoce, ecco perché ne parliamo.

Infatti uno degli aspetti più promettenti, più studiati ultimamente del Reishi sono proprio gli effetti che ha sull’antiage, sia a livello sistemico, che cutaneo, quello della pelle.

Come abbiamo visto l’invecchiamento è un processo complesso, influenzato da fattori come lo stress ossidativo, l’infiammazione cronica ed il danno cellulare.

Il Reishi agisce in questi processi attraverso i suoi composti bioattivi, in particolare i polisaccaridi, i triterarpenoidi e gli antiossidanti, che contrastano, come abbiamo visto, i radicali liberi, quindi protengono le cellule dai danni ossidativi e promuovono la rigenerazione tissuitalidale.

In particolare questi polissaccaridi ed i tripenoidi, come l’acido ganodenico, agiscono come scavenger, si dice, cioè come raccoglitori dei radicali liberi, riducendo quindi in questo modo lo stress ossidativo.

I radicali liberi, abbiamo visto, sono cose che si producono normalmente col metabolismo delle cellule e, se non vengono raccattati e portati via, resi incapaci di fare dei danni, possono andare a distruggere molte parti delle cellule e possono provocare anche degli effetti molto negativi sul lungo termine.

Uno studio pubblicato su Oxidative Medicine Cellular Longevity nel 2017, ha dimostrato che gli estratti dei Reishi riducono significativamente la perossidazione lipidica in modelli animali, proteggendo quindi organi vitali come il fegato, il cuore e la pelle dai danni ossidativi.

I ricercatori hanno osservato che i polisaccaridi del Reishi migliorano il bilancio Redox, cioè quello fra la riduzione e l’ossidazione nel mondo del metabolismo cellulare, che è un meccanismo cruciale per prevenire l’invecchiamento cutaneo e sistemico.

Un altro studio che è stato condotto su modelli in vitro, è stato pubblicato su Food Chemistry nel 2019 ed ha evidenziato che i composti antiossidanti del Reishi, in particolare i peptidoglicani, riducono i livelli di specie reattive dell’ossigeno, le cosiddette ROS, Reactive Oxygen Species, in inglese, nelle cellule cutanee esposte a radiazioni ultraviolette e queste sono un fattore primario di fotoinvecchiamento, come si dice, cioè l’invecchiamento dovuto al fatto che, come faranno molti quest’estate, ci si espone senza ritegno al sole in spiaggia e questo, sul lungo termine, non fa bene, si produce vitamina D, ma si hanno anche molti effetti negativi.

Quindi, cosa succede col Reishi?

Si ha una minore formazione di rughe, di macchie scure ed una minore perdita di elasticità, quindi è un alleato per la salute della pelle.

Abbiamo già parlato del fatto che l’infiammazione cronica di basso grado, però continua, ha un nome suo specifico, si chiama “Inflammaging”, l’invecchiamento dato dall’infiammazione ed è un potente effetto per l’invecchiamento del tessuto cutaneo, che è quello sistemico.

I triterpenoidi del Reishi, come l’acido ganoderico, hanno dimostrato proprietà antinfiammatorie, inibendo le citochine proinfiammatorie e promuovendo un ambiente cellulare più favorevole alla rigenerazione.

Uno studio pubblicato sul Journal of Etnofarmacology ha mostrato che l’applicazione topica di estratti di Reishi su modelli animali, con infiammazione cutanea, riduce l’arrossamento, l’edetema e la formazione di lesioni, migliorando la barriera cutanea stessa e, questi effetti, suggeriscono che il Reishi potrebbe essere utile in creme antiage per ridurre i segni visibili dell’invecchiamento, come rughe e perdita di tonicità.

Dopodiché ha effetti importanti sulla modulazione del sistema immunitario, ha una capacità di potenziare il sistema immunitario, che è un aspetto cruciale per contrastare l’invecchiamento.

Con l’avanzare dell’età il sistema immunitario, abbiamo visto, tende ad indebolirsi, questo si chiama immunosenescenza e questo aumenta la suscettibilità ad infezioni ed infiammazioni croniche.

I polisaccaridi betaglucani del Reishi stimolano l’attività delle cellule naturali killer e dei macrofagi, che sono componenti importanti del sistema immunitario.

Questo è stato dimostrato in uno studio su International Journal of Molecular Sciences nel 2018; questo studio ha evidenziato che l’assunzione regolare di estratti di Reishi in soggetti sani, migliora la risposta immunitaria, riducendo l’incidenza di infezioni e promuovendo una maggiore vitalità.

Una risposta immunitaria più efficiente contribuisce indirettamente alla salute della pelle, anche riducendo l’infiammazione e favorendo la riparazione tissutale.

Ha poi degli effetti neuroprotettivi: l’invecchiamento non riguarda solo la pelle, ma anche altri organi molto importanti come il cervello.

Il Reishi ha mostrato effetti neuroprotettivi, che possono contribuire ad una maggiore longevità e qualità della vita.

Uno studio pubblicato su Nutriens nel 2021, ha esaminato gli effetti del Reishi in modelli animali di stress ossidativo cerebrale, dimostrando che i suoi componenti antiossidanti riducono il danno neuronale e migliorano i comportamenti associati a stress ed affaticamento e, questi effetti, sono rilevanti per l’antiage, per l’antinvecchiamento, perché lo stress ossidativo cerebrale è legato a malattie neurodegenerative come il morbo di Parkinson e l’Alzheimer, che ovviamente oltretutto, oltre ad essere molto negative in sé e per sé, accelerano anche l’invecchiamento sistemico, cioè di tutto il corpo.

Inoltre l’affaticamento cronico ed i disturbi dell’umore, come ansia e depressione, sono spesso associati all’invecchiamento precoce.

Il Reishi contiene delle sostanze specifiche che sono precursori della Serotonina, che è molto importante per migliorare l’umore e ridurre i sintomi depressivi.

Uno studio clinico pubblicato su Phytotherapy Research nel 2020, ha valutato l’effetto di un integratore di Reishi in pazienti con disturbo depressivo maggiore ed ha evidenziato una riduzione significativa dei sintomi dopo 8 settimane di trattamento.

Inoltre il Reishi è stato associato ad una diminuzione dell’affaticamento in pazienti oncologici sottoposti a chemioterapia e questo è stato riportato in una revisione di Cochrane Database of Systematic Reviews nel 2016.

La riduzione dell’affaticamento ed il miglioramento dell’umore, contribuiscono ad una percezione di maggiore vitalità e quindi una riduzione degli effetti dell’invecchiamento.

Sebbene il Reishi sia più comunemente assunto per via orale, con tisane, capsule e polveri, il suo utilizzo in creme topiche da applicare in punti specifici per scopi antiage, sta producendo sempre più interesse.

Non esistono linee guida standardizzate per incorporare il Reishi nelle creme, magari fai da te, ma si può ipotizzare un dosaggio sulla base delle concentrazioni utilizzate in studi dermatologici e dalle proprietà chimiche del fungo.

La concentrazione consigliata per una crema prevede il fatto che si utilizzi l’estratto di Reishi in polvere o soluzione standardizzata e se ne inserisca nella crema una quantità compresa fra lo 0, 5 ed il 2 per cento; questa è abbastanza sicura ed è potenzialmente efficace per l’applicazione antiage.

Quindi, per esempio, per ottenere una concentrazione dell’1 per cento, si possono mettere mezzo grammo di estratto di Reishi in 50 ml di crema; se si utilizza una soluzione liquida standardizzata di Reishi, per esempio a 10 mg a ml, 5 ml di soluzione equivalente a circa 100 gocce, possono essere aggiunte a 50 ml di crema per ottenere una concentrazione simile.

Bisognerebbe utilizzare un estratto di Reishi standardizzato, preferibilmente certificato per uso cosmetico o alimentare, in modo che si possa garantire l’assenza di contaminanti con metalli pesanti o tossine fungine.

Dopodiché si può applicare una piccola quantità di questa crema su un’area limitata della pelle, magari all’interno del polso, per 24-48 ore e verificare eventuali reazioni allergiche o irritazioni.

In ogni caso è bene sempre parlarne prima con un esperto, specialmente per pelli sensibili o in presenza di condizioni dermatologiche preesistenti e poi non bisogna che entri in contatto, ovviamente, con gli occhi e le mucose.

Oltre agli effetti antiage il Reishi è stato ampiamente studiato per il suo ruolo come coadiuvante nel trattamento oncologico.

Si che è evidenziato che, pur non essendo un trattamento primario, quindi non può essere usato per la cura del tumore, può migliorare la qualità della vita e ridurre l’affaticamento durante chemio e radioterapia.

Si è dimostrato in uno studio su Cancer Immunology and Immunotherapy del 2019, che ha effetti indiretti che contribuiscono ad una maggiore resilienza dell’organismo, supportando la longevità.

Si è visto che ha benefici anche per il diabete, grazie alla sua capacità di migliorare la sensibilità all’insulina; è stato riportato questo in uno studio su Biomed Research International del 2015.

La sua azione disintossicante epatica, mediata dai triterpenoidi, protegge il fegato dallo stress ossidativo, che è un fattore chiave nell’invecchiamento sistemico.

Ricorda che la medicina ufficiale è importante e vanno seguite le indicazioni dei medici abilitati.

Non diciamo che queste cose si vanno a sostituire ad una vita sana, a una dieta equilibrata e al fatto di andare a farsi controllare tutte le volte che serve e assumere tutti i medicinali che ci vengono prescritti.

Questi sono potenziamenti che ci fanno rimanere operativi, lucidi e in grado di goderci la vita.

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