Perché l’invecchiamento accelera improvvisamente dopo i 70 anni

Probabilmente hai conosciuto molte persone che a 60 anni sembravano stare bene, in salute, poi ad un certo punto, magari a 69, 70, 71, 72 anni la loro salute è rapidamente crollata, portando ad una rapida e visibile discesa verso la fragilità.

A volte il crollo è stato innescato da un fattore di stress come la perdita del marito, della moglie o del lavoro ma a volte sembrava semplicemente legato all’età.

Alla luce di questo c’è uno studio del 2022 che è interessante da esaminare: questo studio porta avanti una teoria innovativa sull’invecchiamento, che spiega perché le persone possono diventare improvvisamente fragili dopo aver raggiunto i 70 anni ed ha sollevato la prospettiva di nuove terapie per il declino e le malattie della vecchiaia.

I ricercatori di Cambridge hanno scoperto un processo che determina un cambiamento catastrofico nella composizione del sangue in età avanzata, aumentando il rischio di tumori del sangue ed anemia, compromettendo l’efficacia dei globuli bianchi nel combattere le infezioni.

Gli scienziati ritengono che cambiamenti simili si verifichino negli organi di tutto il corpo, dalla pelle al cervello e che siano potenzialmente alla base del motivo per cui le persone spesso invecchiano in salute per decenni, prima di subire un declino più rapido verso i 70 e gli 80 anni.

L’aspetto entusiasmante di questo lavoro è che potrebbe esserci un insieme comune di processi all’opera, ha dichiarato il dottor Peter Campbell, autore senior dello studio e responsabile del programma su cancro, invecchiamento e mutazioni somatiche presso il Sanger Institute di Cambridge.

L’obiettivo sarebbe quello di rallentare o intervenire nel processo di invecchiamento, ma perlomeno vediamo la possibilità di usare questo metodo per misurare l’età biologica.

L’invecchiamento è un processo complesso, ma molti scienziati hanno sospettato che il graduale accumulo di mutazioni nelle cellule degradi progressivamente la capacità dell’organismo di funzionare correttamente.

Molte ricerche come questa suggeriscono invece che questo pensiero è sbagliato o al massimo incompleto ed attribuiscono invece la colpa alle cellule “egoiste” che si impongono in età avanzata.

In collaborazione con gli scienziati del Wellcome-MRC Cambridge Stem Cell Institute, Campbell ed i suoi colleghi, hanno studiato le cellule del sangue di un’età compresa tra i neonati e le persone di 70 e 80 anni.

Hanno scoperto che gli adulti sotto i 65 anni hanno un’ampia gamma di globuli rossi e bianchi prodotti da una popolazione variegata che va dai 20.000 ai 200.000 tipi diversi di cellule staminali nel loro midollo osseo.

Negli over 65 il quadro era radicalmente diverso: circa la metà delle loro cellule del sangue proveniva da appena 10 o 20 cellule staminali distinte, riducendo drasticamente la diversità delle cellule del sangue nelle persone, con conseguenze per la loro salute.

Scrivendo sulla rivista Nature i ricercatori spiegano che, mentre le cellule staminali coinvolte nella produzione del sangue raccolgono mutazioni nel tempo, la maggior parte di questi cambiamenti è innocua, ma i problemi sorgono quando rare mutazioni “driver” fanno crescere le cellule staminali più velocemente, producendo spesso, come contropartita, cellule del sangue di qualità inferiore.

Quando la persona ha 30 o 40 anni, il vantaggio di crescita delle cellule staminali aberranti fa poca differenza, ma a 70 anni e oltre queste cellule a crescita rapida arrivano a dominare la produzione di cellule del sangue.

La crescita esponenziale spiega perché, dopo i 70 anni, si verifica un cambiamento così repentino nella fragilità perché l’invecchiamento colpisce a quell’età, ha detto Campbell.

Le cellule staminali del sangue a crescita più rapida sono collegate ai tumori del sangue, all’anemia, ma rendono anche le persone meno resistenti alle infezioni ed ai trattamenti medici come la chemioterapia.

Quello che sappiamo su altri sistemi di organi è che molte delle stesse osservazioni sono valide, ha aggiunto Campell.

I ricercatori intendono ora cercare lo stesso processo nella pelle, per capire perché l’invecchiamento porta alle rughe e ad una più lenta guarigione delle ferite.

La dottoressa Elisa Laurenti, professore assistente presso il Wellcome-MRC Cambridge Stem Cell Institute e ricercatore senior congiunto dello studio, ha affermato che l’infiammazione cronica, il fumo, le infezioni e la chemioterapia potrebbero produrre cellule staminali con mutazioni che causano il cancro.

“Prevediamo che questi fattori anticipino anche il declino della diversità delle cellule staminali del sangue associato all’invecchiamento”, ha detto: “è possibile che esistano anche fattori che rallentino questo processo, ora abbiamo l’entusiasmante compito di capire come queste mutazioni appena scoperte influenzino la funzione del sangue negli anziani, in modo da poter imparare a ridurre al minimo il rischio di malattie e a promuovere un invecchiamento sano o addirittura a fermarlo.

Ricorda che la medicina ufficiale è importante e vanno seguite le indicazioni dei medici abilitati.

Non diciamo che queste cose si vanno a sostituire ad una vita sana, a una dieta equilibrata e al fatto di andare a farsi controllare tutte le volte che serve e assumere tutti i medicinali che ci vengono prescritti.

Questi sono potenziamenti che ci fanno rimanere operativi, lucidi e in grado di goderci la vita.

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